SPECIALE 3I/ATLAS, la nuova cometa interstellare in arrivo dal profondo della galassia
di Pamela Stracci
Scoperta il 1° luglio 2025 dal telescopio ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System) dell’osservatorio cileno di Río Hurtado, la cometa 3I/ATLAS ha immediatamente catalizzato l’attenzione della comunità astronomica internazionale. Si tratta di un oggetto interstellare, ossia un corpo celeste proveniente da un altro sistema stellare: il terzo mai osservato nella storia dell’astronomia moderna, dopo ʻOumuamua (1I) nel 2017 e Borisov (2I) nel 2019.
Un viaggiatore antico e misterioso
3I/ATLAS percorre una traiettoria iperbolica, una curva aperta che conferma la sua origine extragalattica: non è destinata a restare nel Sistema Solare, ma a attraversarlo soltanto una volta, proseguendo poi il suo viaggio nel cosmo profondo.
Secondo i calcoli preliminari dell’ESA e del Minor Planet Center, la cometa proviene dalla regione di Ercole-Lira, direzione approssimativa della sua origine, e si muove a oltre 58 km/s (circa 210.000 km/h) rispetto al Sole.
Gli astronomi stimano che la cometa sia un frammento residuo di un sistema planetario formatosi oltre 3 miliardi di anni prima del Sole, espulso nello spazio interstellare in seguito a perturbazioni gravitazionali.
Orbita e avvicinamento: le date chiave
- Scoperta: 1° luglio 2025
- Distanza attuale dal Sole (ottobre 2025): ~670 milioni di km
- Massimo avvicinamento al Sole (perielio): 21 novembre 2025, a 250 milioni di km
- Massimo avvicinamento alla Terra: 29 ottobre 2025, a circa 240 milioni di km
- Massimo avvicinamento a Marte: 3 ottobre 2025, a soli 30 milioni di km
È pericolosa per la Terra
Assolutamente no. Gli astronomi dell’ESA hanno escluso qualsiasi rischio di impatto: la cometa passerà a una distanza oltre 600 volte superiore a quella tra la Terra e la Luna. La minima distanza stimata dalla Terra è di oltre 240 milioni di chilometri, quindi non è prevista alcuna possibilità d’impatto o influenza gravitazionale significativa con il nostro pianeta.
La traiettoria di 3I/ATLAS, calcolata con estrema precisione grazie alle osservazioni del telescopio Hubble e al monitoraggio radar dell’European Space Operations Centre, mostra che il corpo celeste seguirà un percorso inclinato di circa 122° rispetto al piano dell’eclittica, senza alcuna possibilità di intersecare l’orbita terrestre.
Dimensioni, composizione e caratteristiche fisiche
Le prime analisi del telescopio Hubble e del James Webb Space Telescope (JWST) rivelano che il nucleo solido di 3I/ATLAS misura tra 300 metri e 5,6 chilometri di diametro.
Le osservazioni spettroscopiche del JWST hanno individuato tracce di:
- ghiaccio d’acqua e anidride carbonica,
- monossido di carbonio e metano,
- solfuro di carbonile e polveri silicatiche.
Questi composti sono simili a quelli delle comete del nostro Sistema Solare, ma la loro abbondanza relativa suggerisce che 3I/ATLAS si sia formata in un ambiente più freddo e più ricco di carbonio, forse ai margini di un sistema stellare di tipo solare.
L’ESA in azione: una rete tra Terra e spazio
Dopo la scoperta, l’ESA ha attivato il suo Planetary Defence Office e il network di osservatori coordinato da Space Situational Awareness (SSA).
Le sonde Mars Express e ExoMars Trace Gas Orbiter seguiranno il passaggio ravvicinato della cometa a Marte, mentre la missione Juice, diretta verso Giove, la osserverà da lontano per analizzarne la chioma e la coda.
Le prime immagini ravvicinate acquisite dal sistema CaSSIS di ExoMars mostrano una chioma luminosa di oltre 60.000 chilometri di diametro, alimentata dall’evaporazione dei ghiacci sotto l’effetto del Sole.
Gli astronomi sperano di raccogliere dati utili a comprendere i processi di sublimazione e di erosione che interessano i nuclei cometari provenienti da ambienti extrasolari.
“Una bellissima affluenza di pubblico – evidenzia il curatore Filippo Conte dopo il vernissage – che ha potuto ammirare tutte le opere esposte, una buona pittura che fa piacere ammirare” .
Perché è importante 3I/ATLAS
Lo studio delle comete interstellari rappresenta una finestra privilegiata sull’origine della materia nel cosmo. Oggetti come ʻOumuamua, Borisov e ora ATLAS sono campioni incontaminati di altri sistemi planetari, che viaggiano nello spazio da miliardi di anni.
Analizzarne la composizione significa confrontare la chimica del nostro Sistema Solare con quella di mondi lontani, e comprendere se i mattoni fondamentali della vita – acqua, carbonio e molecole organiche – siano davvero universali.
Verso una missione di incontro diretto
Per prepararsi a futuri incontri di questo tipo, l’ESA lancerà nel 2029 la missione Comet Interceptor, che rimarrà in attesa nel punto di Lagrange L2 del sistema Sole–Terra. Se la traiettoria di una nuova cometa interstellare sarà identificata in tempo, la sonda potrà intercettarla direttamente, fornendo dati in situ sulla struttura, la temperatura e la chimica del nucleo.
Come ha dichiarato Michael Kueppers, scienziato del progetto ESA:
“Quando approvammo Comet Interceptor nel 2019 conoscevamo un solo oggetto interstellare. Oggi siamo al terzo. È evidente che questi visitatori sono più comuni di quanto pensassimo, e la prossima volta potremmo finalmente osservarne uno da vicino”.
Sarà visibile dalla Terra? Dove, come e quando
Secondo le stime attuali (NASA, Agenzia Spaziale Europea) la cometa 3I/ATLAS sarà visibile da Terra con telescopi, ma non a occhio nudo.
Periodo di visibilità
La cometa è stata visibile da luglio a settembre 2025 con telescopi da terra, dopo il tramonto, prima che si avvicini troppo al Sole e diventi inosservabile.
Dopo il passaggio ravvicinato al Sole (perielio) e la congiunzione solare (dove la cometa si troverà lato opposto del Sole rispetto alla Terra), 3I/ATLAS tornerà osservabile dall’inizio di dicembre 2025.
Durante ottobre 2025 non sarà visibile da Terra poiché la cometa si troverà “dietro” il Sole dalla nostra prospettiva (congiunzione solare).
Intensità, luminosità, strumenti necessari
La luminosità stimata (magnitudine apparente) non supera il valore ~ 11.5 nel migliore scenario. Ciò significa che non sarà mai abbastanza luminosa da essere vista a occhio nudo o con semplici binocoli standard (es. 70 mm).
Occorreranno telescopi con buona apertura, sensori sensibili o strumenti sofisticati per fotografarla e osservarla con sufficiente dettaglio.
TABELLA RIEPILOGATIVA DEL PERIODO DI VISIBILITA’ (UA Unità Astronomiche)
Periodo | Stato / visibilità | Note rilevanti |
Luglio – fine settembre 2025 | Osservabile con telescopi dopo il tramonto | 3I/ATLAS rimarrà visibile da Terra finché non si avvicina troppo al Sole. |
Ottobre 2025 | Non osservabile | La cometa entra in congiunzione con il Sole (dietro al Sole rispetto alla Terra). |
Fine ottobre 2025 | Perielio (massimo avvicinamento al Sole) | Non visibile da Terra in quel momento per ragioni geometriche. |
Inizio dicembre 2025 | Riappare nei cieli del mattino | La cometa sarà nuovamente osservabile da Terra. |
19 dicembre 2025 | Avvicinamento minimo alla Terra | A circa 1,83 UA ~ 274 ± 15 milioni km. |
Curiosità
La luminosità stimata al perielio potrebbe raggiungere la magnitudine +5, rendendola teoricamente visibile a occhio nudo in aree rurali buie tra fine novembre e inizio dicembre 2025.
Secondo alcune proiezioni dell’Osservatorio del Paranal (ESO), la coda potrebbe estendersi per oltre 10° nel cielo, pari a 20 volte il diametro apparente della Luna.
In questi giorni stanno circolando varie teorie sui social, non suportate da una evidenza scientifica. Tra queste, l’idea che al passaggi odella cometa 3I/ATLAS, si possano vedere “due soli” (ovvero un effetto visivo di un astro supplementare, come la cometa che appare luminosa accanto al Sole). Sebbene l’idea possa sembrare potente, soprattutto se collegata alle previsioni profetiche di Nostradamus e di vari altri autori del passato, non ci sono basi che suggeriscano che 3I/ATLAS sarà così luminosa da competere con il Sole, o da generare effetti ottici simili.
Scheda tecnica – Cometa interstellare 3I/ATLAS
DATI GENERALI
Designazione ufficiale: 3I/ATLAS
Scoperta: 1° luglio 2025 – programma ATLAS (Asteroid Terrestrial-impact Last Alert System), Osservatorio di Río Hurtado, Cile
Scopritore: Sistema automatizzato ATLAS (Università delle Hawaii)
ORIGINE E TRAIETTORIA
Provenienza stimata: regione compresa tra le costellazioni di Ercole e Lira
Tipo di orbita: iperbolica aperta (e = 1,23 ± 0,01)
Inclinazione sull’eclittica: ~122°
Velocità relativa al Sole: ~58 km/s (≈ 210.000 km/h)
Direzione di uscita: verso la costellazione di Pegaso
Periodo orbitale: non periodica (oggetto interstellare, non legato al Sole)
AVVICINAMENTI PRINCIPALI
Evento | Data | Distanza stimata | Note |
Scoperta | 1° luglio 2025 | 7,1 UA dal Sole | Individuata dal telescopio ATLAS |
Avvicinamento a Marte | 3 ottobre 2025 | 0,20 UA (~30 milioni km) | Osservata da ExoMars |
Avvicinamento alla Terra | 29 ottobre 2025 | 1,6 UA (~240 milioni km) | Nessun rischio d’impatto |
Perielio (Sole) | 21 novembre 2025 | 1,67 UA (~250 milioni km) | Massimo splendore previsto |
CARATTERISTICHE FISICHE
Diametro nucleo: tra 0,3 e 5,6 km
Forma: irregolare, leggermente allungata
Rotazione stimata: 7,4 ore
Chioma: oltre 60.000 km di diametro
Coda: fino a 2,5 milioni di km, diretta opposta al Sole
Composizione: ghiacci d’acqua, CO₂, CO, CH₄, solfuro di carbonile, silicati e polveri carboniose
Temperatura superficiale (al perielio): circa –110 °C
OSSERVAZIONI E MISSIONI COINVOLTE
ESA – Space Situational Awareness (SSA)
NASA – JPL Solar System Dynamics
JWST (James Webb Space Telescope) – spettroscopia infrarossa
Hubble Space Telescope – immagini ottiche e ultraviolette
Mars Express e ExoMars TGO – monitoraggio da orbita marziana
JUICE – osservazione a lunga distanza nel Sistema Gioviano
IMPORTANZA SCIENTIFICA
Terza cometa interstellare mai osservata.
Fornisce dati unici sulla chimica primordiale di altri sistemi stellari.
Potenziale confronto con ʻOumuamua (1I) e Borisov (2I).
Preparazione alla missione ESA Comet Interceptor (2029), pensata per intercettare futuri oggetti interstellari.
FONTI E APPROFONDIMENTI
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Crediti immagini:
Per la foto di copertina: NASA, ESA, D. Jewitt (UCLA), J. DePasquale (STScI)
Indicati in foto – diritti ai rispettivi autori
