Dal sangue la chiave per salvare le specie a rischio

Dal sangue la chiave per salvare le specie a rischio

di Chiara Morelli

Una scoperta definita dal Time la più importante del 2025 apre nuove strade per la conservazione genetica e la clonazione di animali in via di estinzione

In un futuro in cui la biodiversità del pianeta si riduce ogni giorno, una scoperta apre una breccia di speranza. Un gruppo di ricercatori della Colossal Biosciences, azienda pioniera della biotecnologia applicata alla conservazione, ha sviluppato una tecnica capace di creare linee cellulari vitali a partire da un semplice prelievo di sangue.

La notizia, pubblicata su bioRxiv e già definita dal Time la “migliore scoperta scientifica dell’anno”, promette di rivoluzionare il modo in cui la scienza può intervenire per salvare le specie minacciate.

Dalle biopsie al sangue: un salto di paradigma

Fino a oggi, ottenere cellule vitali da animali selvatici significava ricorrere a biopsie cutanee, procedure invasive e spesso fallimentari, soprattutto in specie rare o difficili da catturare. Le colture cellulari tradizionali, basate sui fibroblasti della pelle, richiedevano settimane di lavoro e presentavano alti rischi di contaminazione.

Il nuovo approccio, invece, parte da una risorsa semplice e disponibile: il sangue. I ricercatori hanno scoperto che due tipi cellulari, le cellule progenitrici endoteliali (EPC) e i periciti, possono essere isolate e coltivate in modo stabile, raddoppiando il proprio numero in appena 15-20 ore — contro le oltre 35 dei fibroblasti.

Il risultato? Tempi di produzione dimezzati e linee cellulari perfettamente adatte alla conservazione genetica.

clonazione
Le linee cellulari possono essere generate sia da fibroblasti che da cellule (periciti e cellule progenitrici endoteliali, o EPC) isolate da prelievi di sangue. Le cellule isolate dal sangue presentano tempi di consegna più rapidi per le applicazioni a valle rispetto ai fibroblasti.

Clonazione e conservazione: embrioni vitali da lupi e bisonti

I test condotti su tre famiglie di mammiferi — canidi, bovidi ed equidi — hanno dato risultati sorprendenti.
Nei lupi grigi, le cellule derivate dal sangue hanno prodotto sei feti vitali, con un tasso di impianto del 15%, mentre nei bisonti le cellule progenitrici hanno dato origine a un numero di blastocisti più che doppio rispetto ai fibroblasti.

In altre parole, queste cellule non solo crescono più rapidamente, ma sono anche più efficienti nel generare vita.
Un dettaglio non trascurabile per chi lavora alla frontiera tra genetica, clonazione e conservazione delle specie.

Una nuova generazione di biobanche

L’innovazione ha anche un enorme vantaggio pratico. Poiché il sangue può essere raccolto durante normali visite veterinarie, senza bisogno di anestesia o contenimento, la creazione di linee cellulari diventa possibile in modo non invasivo.

Questo apre la strada a un ampliamento delle grandi biobanche della biodiversità, come la celebre Frozen Zoo di San Diego, che già custodisce oltre diecimila linee cellulari di più di mille specie.

Ogni prelievo di sangue, insomma, può trasformarsi in un archivio vivente di DNA, un piccolo scudo contro l’estinzione.

Il valore simbolico di una rivoluzione silenziosa

Secondo gli autori dello studio, la scoperta rappresenta un punto di svolta non solo tecnico, ma anche etico.
«Poter ottenere cellule vitali senza ferire o stressare gli animali cambia radicalmente il nostro rapporto con la conservazione», spiegano i ricercatori.

Grazie a questo metodo, la tutela della biodiversità può procedere in parallelo alla ricerca genetica, unendo scienza, tecnologia e rispetto per la vita.

Il Time l’ha definita “una delle scoperte che cambieranno il futuro del pianeta”. E in effetti, mai come oggi, il sangue — simbolo universale della vita — si rivela la chiave per proteggerla.

Come funziona la scoperta

vediamo in maniera semplificata quali sono i principali passaggi della scoperta:

  1. Il prelievo
    Durante una normale visita veterinaria, viene raccolto un piccolo campione di sangue in modo non invasivo.
  2. L’isolamento delle cellule
    Dal sangue si estraggono due tipi cellulari rari:
  • Cellule progenitrici endoteliali (EPC) – partecipano alla formazione dei vasi sanguigni;
  • Periciti – cellule di supporto che avvolgono i capillari.
  1. La coltura in laboratorio
    Le cellule vengono coltivate in condizioni controllate: si moltiplicano due o tre volte più rapidamente dei fibroblasti ottenuti da biopsie cutanee.
  2. L’applicazione
    Le nuove linee cellulari possono essere congelate nelle biobanche, usate per studi genetici o perfino per clonare embrioni vitali, come già sperimentato in lupi, bisonti e zebre.
  3. Il vantaggio
    Si evita il prelievo di tessuti, riducendo al minimo lo stress per gli animali e garantendo un metodo più sicuro e accessibile per la conservazione genetica.

FONTI E APPROFONDIMENTI

Leggi la pubblicazione della scoperta QUI

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Crediti immagini:

Per la foto di copertina: clonazione_Quia_AI_2025 – tutti i diritti riservati

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