Come dormono i delfini? Il riposo dei signori dei mari

di Chiara Morelli
Quando pensiamo al sonno, immaginiamo un abbandono completo al riposo, occhi chiusi e corpo immobile e rilassato.
Ma come dormono i delfini? La domanda, apparentemente semplice, nasconde una delle più affascinanti e complesse strategie di sopravvivenza del regno animale. Questi straordinari mammiferi marini, infatti, hanno sviluppato un modo unico e sorprendente di riposare, ben lontano dal sonno profondo e ininterrotto che conosciamo noi umani.
Immaginate di dover dormire restando sempre all’erta, non potendo mai abbassare completamente la guardia. Questa è la realtà dei delfini. Per loro, addormentarsi completamente equivarrebbe a morire: affogherebbero o diventerebbero facili prede. La soluzione evolutiva è il sonno uniemisferico lento.
Il sonno uni-emisferico: una strategia evolutiva brillante
A differenza degli esseri umani, i delfini non possono permettersi di “spegnere” completamente il cervello. Vivendo in un ambiente acquatico e respirando aria atmosferica attraverso lo sfiatatoio, devono mantenere il controllo cosciente delle loro funzioni vitali. Se dormissero come noi, rischierebbero di affogare. La natura ha così escogitato una soluzione affascinante: “spegnere” solo metà cervello alla volta!
In pratica, un emisfero cerebrale alla volta entra in uno stato di riposo, mentre l’altro rimane attivo per monitorare l’ambiente e controllare la respirazione. Questo fenomeno, studiato tramite elettroencefalografia negli animali in cattività, mostra onde cerebrali tipiche del sonno profondo solo in una metà del cervello alla volta. L’altro emisfero, intanto, veglia e rimane vigile e attivo. Questo permette al delfino di continuare a svolgere funzioni vitali indispensabili come la respirazione e la vigilanza dell’ambiente.

Essendo mammiferi, i delfini devono salire in superficie per respirare. Con metà cervello sveglio, mantengono il controllo dei muscoli necessari per emergere e prendere aria.
L’emisfero attivo permette loro di vigilare e monitorare l’ambiente circostante, rilevare potenziali pericoli come predatori (squali) o ostacoli, e rimanere in contatto con il loro gruppo sociale.
Un occhio chiuso, l’altro aperto
A rendere ancor più suggestivo questo comportamento, c’è il fatto che i delfini chiudono un occhio: quello opposto all’emisfero addormentato. L’altro rimane aperto per sorvegliare l’ambiente circostante, mantenendo il contatto visivo con i membri del gruppo o monitorando eventuali predatori.
È un esempio perfetto di adattamento evolutivo. I delfini riescono così a riposare, un emisfero celebrare alla volta, mantenendo al contempo un alto grado di allerta. In media, ogni emisfero dorme circa quattro ore al giorno, per un totale di otto ore distribuite in diverse fasi durante le 24 ore, garantendo quindi un riposo completo nel corso della giornata.

Riposare in movimento
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i delfini non dormono sempre fermi. Alcuni esemplari continuano a nuotare lentamente anche durante il sonno. Lo fanno grazie a una sorta di “pilota automatico” attivato dall’emisfero vigile. In altri casi, possono galleggiare in posizione orizzontale o verticale, rallentando drasticamente le funzioni corporee, ma senza mai perdere completamente il contatto con il mondo esterno e soprattutto rimanendo uniti con il gruppo per minimizzare i rischi.
Anche i piccoli dormono… in scia
Nei primi giorni di vita, i cuccioli di delfino non dormono affatto. Nuotano continuamente accanto alla madre, sfruttando la cosiddetta “scia idrodinamica” per muoversi senza sforzo. In questo periodo iniziale, sembra che neppure la madre dorma, o comunque lo faccia in modo ancora più frammentato. Solo con la crescita, il piccolo apprende a dormire come gli adulti, un emisfero alla volta.
Studi condotti su tursiopi (Tursiops truncatus) hanno osservato che madre e cucciolo possono restare attivi per oltre un mese senza evidenti segni di privazione del sonno. È un caso unico nel regno animale, ancora oggetto di studio.
Alternanza sincronizzata
Nei branchi di delfini, è stato osservato che alcuni esemplari coordinano i cicli di sonno, così che ci sia sempre qualcuno sveglio e vigile. Questo comportamento suggerisce una forma di “turnazione” difensiva, utile per proteggere il gruppo da eventuali pericoli.

Il sonno con un occhio solo ha ispirato detti popolari
In molte culture, esiste il detto “dormire con un occhio solo” per indicare chi è sempre vigile o sospettoso. È una metafora che ha radici etologiche reali, e il delfino ne è il perfetto esempio naturale.
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Una lezione per la scienza
Il sonno dei delfini non è solo una curiosità biologica: è una fonte preziosa di informazioni per la ricerca neurologica e per lo studio del sonno umano. Capire come questi cetacei riescano a rigenerare il cervello mantenendo attiva parte della coscienza può aprire strade nuove, anche per la medicina del sonno.
Dormire con un occhio aperto e mezzo cervello acceso non è solo poesia marina: è la testimonianza di quanto la vita, anche nei suoi aspetti più quotidiani, possa essere plasmata dall’evoluzione in modi straordinari.
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