Hiroshima, 80 anni dopo: un appello globale per la pace e il disarmo nucleare

di Fabio Morelli
A ottant’anni esatti dal tragico bombardamento atomico che devastò la città, Hiroshima ha rinnovato oggi il suo potente appello al mondo: fare di più per eliminare la minaccia nucleare. In una cerimonia toccante, la città simbolo della pace ha richiamato l’attenzione delle nuove generazioni e della comunità internazionale sull’urgente necessità di stabilità in un panorama geopolitico sempre più incerto.
Il messaggio del sindaco e l’eredità degli ‘Hibakusha’
“Nonostante l’attuale situazione di fragilità, noi cittadini non dobbiamo mai arrenderci”, ha dichiarato il sindaco di Hiroshima, Kazumi Matsui, leggendo la sua Dichiarazione di Pace. Il primo cittadino però mette in guardia contro la “tendenza sempre più marcata verso il riarmo militare in tutto il mondo”. Il suo messaggio arriva a meno di un anno dal prestigioso Premio Nobel per la Pace assegnato al Nihon Hidankyo, l’organizzazione dei sopravvissuti ai bombardamenti atomici, noti come ‘hibakusha’. Un riconoscimento che ha premiato i loro instancabili sforzi per un mondo libero da armi nucleari.
Matsui ha rivolto un monito diretto ai giovani, futuri leader: “I nostri giovani, i leader delle generazioni future, devono riconoscere che politiche errate in materia di spesa militare, sicurezza nazionale e armi nucleari, potrebbero portare a conseguenze assolutamente devastanti e disumane. Li esortiamo a farsi avanti con questa consapevolezza e a guidare la società civile verso il consenso”. Un appello ascoltato da una platea record, con delegazioni governative e rappresentanti di ben 120 Paesi.

Sopravvissuti in declino e dibattito sul Trattato Nucleare
Il tempo, tuttavia, sta inesorabilmente riducendo il numero dei testimoni diretti di quella tragedia. Per la prima volta, i sopravvissuti ufficialmente riconosciuti a entrambi gli attacchi sono scesi sotto quota 100.000, con un’età media che supera di poco gli 86 anni.
Come ogni anno, il sindaco ha esortato il governo giapponese a partecipare, in qualità di osservatore, alla riunione degli Stati firmatari del Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari (NPT) e ad aderirvi in tempi brevi. Un gesto che, secondo Matsui, sarebbe un segno di rispetto per le lezioni della storia. Tuttavia, il premier Shigeru Ishiba, nel suo discorso, ha evitato di menzionare il trattato. Questa è una prassi consolidata per il governo giapponese, che, pur essendo l’unico Paese vittima di un attacco nucleare, non aderisce al trattato (entrato in vigore nel marzo 1970) in quanto si trova sotto la protezione dell’alleato di Washington, potenza nucleare. Il Giappone continua comunque a sostenere l’accordo sulla non proliferazione e ad “assumere la guida verso un mondo senza armi nucleari”, missione sottolineata sempre dal primo ministro.
L’allarme dell’ONU e il monito di Mattarella
Il rischio di un conflitto nucleare sta crescendo, ha ribadito il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, in un messaggio. Guterres ha segnalato con preoccupazione come “le stesse armi che hanno causato tanta devastazione a Hiroshima e Nagasaki vengano nuovamente trattate come strumenti di coercizione”.
Anche il Presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, ha espresso la sua profonda preoccupazione. “L’ottantesimo anniversario del tragico bombardamento atomico di Hiroshima, cui seguì tre giorni dopo quello su Nagasaki, segnò l’esperienza di un evento apocalittico”, ha dichiarato Mattarella. “Quei tragici avvenimenti, le molteplici sofferenze patite negli anni successivi dai sopravvissuti, rimangono per l’umanità monito che non può essere dimenticato. L’annientamento dell’umanità è la prospettiva che l’uso del nucleare ha posto dinanzi a tutti noi. Oggi, in uno scenario segnato da guerre, crescenti tensioni e contrapposizioni, occorre ribadire con forza che l’uso o anche la sola concreta minaccia di introdurre nei conflitti armamenti nucleari appare crimine contro l’umanità“. Il Presidente ha concluso sottolineando l’importanza di non abbandonare “l’architettura globale del disarmo e della non proliferazione delle armi nucleari”, pilastro del sistema multilaterale post-bellico, per evitare un’accelerazione verso lo scontro.
Il ricordo del 6 agosto 1945
Alle 8:15 del mattino, all’interno del Parco del Memoriale della Pace, il solenne rintocco della campana ha scandito l’inizio del minuto di silenzio. Era l’orario esatto in cui, 80 anni fa, l’ordigno atomico venne sganciato dal bombardiere americano B29 ‘Enola Gay’, causando la morte di circa 140.000 residenti. Tre giorni dopo, il 9 agosto, una seconda bomba colpì Nagasaki, provocando la morte di almeno 74.000 persone, in gran parte civili, e decretando di fatto la fine della Seconda Guerra Mondiale con la resa incondizionata del Giappone.
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Balon Greyjoy, CC0
“Hiroshima-bomba” di Isabella lynn Lee è concesso con licenza CC BY-SA 3.0.