L’acqua tra mito, storia e segreti quotidiani

L’acqua tra mito, storia e segreti quotidiani

di Pamela Stracci

L’uomo e l’acqua: un legame indissolubile, una relazione che va ben oltre la semplice necessità biologica. Siamo fatti in prevalenza di questo elemento prezioso, e non è un caso che l’acqua sia da sempre un simbolo universale di vita, morte, rinascita e purificazione in ogni cultura e rituale.

Nel cuore dell’Induismo, il fiume Gange accoglie i devoti di Shiva, purificandoli dal karma negativo e dal ciclo delle reincarnazioni, segnando l’inizio e la fine della vita. Nel Cristianesimo, il battesimo per immersione nell’acqua battesimale – proprio come Gesù fu battezzato da Giovanni il Battista nel Giordano – simboleggia la rinascita a una nuova esistenza. Ma l’acqua è anche confine: fiumi come lo Stige greco segnano il passaggio delle anime nell’aldilà, mentre nell’animismo è il dono sacro che nutre la vita, da onorare e rispettare con devozione.

Il Sapore “Insipido” del Medioevo

Oggi diamo per scontata l’acqua potabile, ma nell’antichità la ricerca di fonti pure era una vera sfida. Conservarla senza rischiare contaminazioni, soprattutto nei periodi più caldi, era un’impresa. Così, l’acqua di pozzi o quella piovana veniva spesso disinfettata bollendola o aggiungendo liquidi come vino o aceto. L’acqua pura di sorgente, quando disponibile, era considerata miracolosa e guaritrice. Eppure, proprio per il suo sapore neutro, quasi “sciocco”, nel Medioevo venne coniato il termine “insipido“, che ancora oggi usiamo per descrivere qualcosa senza gusto. Una curiosità che ci ricorda quanto sia cambiata la nostra percezione di un bene così fondamentale.

I Romani: Maestri dell’Acqua e della Legge

Gli antichi Romani, noti per la loro ingegneria, ci hanno lasciato opere grandiose come gli acquedotti, ancora oggi testimoni della loro abilità. Ma la loro “mania” per la regolamentazione non si fermava alla costruzione. Furono pionieri anche nella legislazione: il 30 giugno del 97 d.C., il console Quinzio Crispino propose e vide approvata una legge sugli acquedotti. Questa normativa non solo regolava l’uso delle acque dalle sorgenti alle città, ma prevedeva anche pene severissime, con multe fino a centomila sesterzi, per chiunque ne facesse un uso improprio o tentasse manovre fraudolente per appropriarsi indebitamente di questo bene primario. Un esempio lampante di come, già allora, si comprendesse l’importanza vitale della gestione idrica.

La “Posca”: Il Segreto di Forza dei Legionari

E a proposito di acqua e Romani, che ne direste di un sorso di storia? La “posca” era una bevanda acidula a base di acqua e aceto, o meglio, di vino ormai prossimo ad inacidire. Economica e rinfrescante, era la bevanda preferita dai legionari romani. Ma non solo: si narra che anche gli imperatori la apprezzassero per le sue proprietà rinvigorenti. Il motto popolare recitava: “Posca fortem, vinum ebrium facit“, ovvero “la posca rende forti, mentre il vino inebria”. È probabile che questa sia la stessa bevanda di cui venne intrisa la spugna offerta a Gesù poco prima della sua morte.

Volete provare una versione rivisitata per i gusti moderni? 

Ecco una ricetta semplicissima che mantiene intatto lo spirito conviviale di questa bevanda storica:

Ricetta Posca (versione moderna)

Ingredienti:

    • 2 cucchiaini di aceto di mele
    • mezzo litro di acqua naturale
    • ghiaccio in cubetti
    • foglie di menta (per guarnire e rinfrescare)

Miscelare aceto e acqua, aggiungere ghiaccio in cubetti e foglie fresche di menta a piacere. 

Questo drink sarà capace di dissetarvi anche nelle estati più calde!

Crediti immagini:

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