SPECIALE: I’mperfetta Project, intervista a Carlotta Giancane

SPECIALE: I’mperfetta Project, intervista a Carlotta Giancane

Il concetto del “Bello” non è un principio assoluto e nel corso dei secoli ha assunto significati e ruoli diversi in ogni cultura: in un rapido excursus, siamo passati dalle fattezze morbide e abbondanti della Venere di Willendorf (30.000-25.000 a.C.) alla bellezza statuaria di epoca greca, dall’uomo medievale con le sue imperfezioni sì, ma parte della creazione, alle paffute rotondità dell’Umanesimo e Rinascimento, dalle immagini angeliche del Romanticismo alle forme armoniche del primo novecento. Poi potremmo citare le donne giraffa Thailandesi, le cicatrici delle donne della tribù dei Karo in Etiopia, o l’usanza in Giappone, sia per gli uomini che per le donne, di avere una dentatura imperfetta perché simbolo di eterna giovinezza.
A causa della pressione sociale, molti ragazze e ragazzi invece di lavorare sulla loro unicità tendono a preferire una “rassicurante” omologazione agli standard che la società stabilisce per loro. Ma se il bello è un concetto in continuo mutamento e la unicità un dono prezioso, oggi è ancora il caso di pensare ad un’immagine standardizzata della bellezza? Ne parliamo con chi ha puntato tutto sulle diversità per celebrare la vita!
Nasce nel 2020 in pieno lockdown, prima come community su Instagram e poi come agenzia di modelle, I’mperfetta Project: una rivoluzione non solo nel mondo della moda ma una sfida a quel concetto di bellezza stereotipata, anonima, costruita e omologata così distante dalla realtà.

È un piacere avere nella redazione di Quia Magazine, Carlotta Giancane, ideatrice e fondatrice dell’agenzia I’mperfetta Project. Grazie Carlotta!

INTERVISTA

– Entriamo subito nel vivo! I’mperfetta Project è la prima agenzia di moda inclusiva in Italia. Come e perché ha ideato ed è nato questo ambizioso progetto?

In periodo del lockdown è stato il momento in cui sono riuscita a fermarmi, non ho avuto scelta come molti di noi! Però invece di rimanere ferma mi sono guardata intorno e ho iniziato a seguire i social. La mia attenzione è stata attirata dai brand e dalla pubblicità che scelgono sempre gli stessi corpi per rappresentare i loro prodotti mentre è la diversità del genere umano la vera bellezza: non mi sono sentita rappresentata da quei modelli e come me, moltissime altre donne. Allora avendo più tempo a disposizione ho aperto la pagina Instagram “imperfettaproject” per raccontare e condividere straordinarie storie di imperfezioni femminili, proprio per andare controcorrente rispetto a quello di cui continuamente ci bombarda la tv. Ho iniziato a raccontare storie di amiche e conoscenti, presentando l’imperfezione come punto di forza. Questo messaggio ha suscitato sempre più interesse e dopo poco tempo ho iniziato a ricevere mail da donne che non conoscevo ma che volevano raccontarsi, portare il loro esempio e descrivere come dallo loro “imperfezione” sono riuscite ad avere successo. A un certo punto l’impegno è diventato sempre maggiore, quindi ho pensato: ok, non voglio soffermarmi solo a raccontare delle storie ma dare un contributo attivo a questa realtà! Guardando i profili di queste donne, era chiaro che molte avevano una predisposizione per la fotografia, per la moda e le ho volute coinvolgere in questa sfida. Hanno accettato di rappresentare tutte le donne, con le loro diversità: così è nata I’mperfetta Project! Ho aperto il sito, ho iniziato a proporle nel campo della moda, ho dato loro visibilità sui social, a raccontare le loro storie e a intervistarle: ho dato voce a una realtà fino a prima messa da parte.

Lei definisce le sue modelle “muse”: chi sono le modelle e i modelli di I’mperfetta Project?

Le mie muse sono delle “normal people”, delle persone normali, comuni con una vita privata e un lavoro che non è quello della moda e non vogliono farne il loro lavoro principale, ma desiderano esprimersi con il loro corpo portando questo messaggio positivo ed essere di esempio. Le chiamiamo muse perché non sono manichini ma persone che con la loro storia vogliono ispirare gli altri. Le muse nella mitologia erano donne mentre le Muse di I’mperfetta possono essere sia donne che uomini, di qualunque orientamento sessuale, purché capaci di ispirare una bellezza diversa, non solo esteriore ma anche interiore.

 

– Nel resto del mondo si iniziano ad apprezzare i nuovi modelli non convenzionali di bellezza. Ricordiamo Winnie Harlow, la modella canadese caratterizzata da vitiligine, o Tess Holiday, dalle curve super formose, o la determinata Melanie Gaydos, la modella calva. Secondo lei, l’Italia è pronta per questo cambiamento?

In questi due anni è stato fatto un passo in avanti con i social che hanno permesso di dare voce e visibilità a chi era escluso dal sistema. L’Italia ha fatto grandi passi in avanti anche nella pubblicità e nella foto moda, ma nella passerella siamo ancora chiusi: l’alta moda è incastrata alla vecchia concezione di bellezza e non riesce proprio a liberarsi da questa impostazione. L’anno scorso a Milano, dove le modelle di I’mperfetta Project hanno sfilato alla Faschion Week, avevo visto un leggero cambiamento di tendenza mentre quest’anno no. Questo ritorno al passato mi ha fatto pensare che non ci sia stata una reale consapevolezza del nostro progetto ma piuttosto una strategia di marketing. Se fai un passo indietro vuol dire che è stato soltanto un momento, una moda anche quella e quindi non c’è stato un cambiamento reale da parte dei brand dell’alta moda. Però rimango ottimista, perché la pubblicità, la televisione e i fotografi di moda sempre più spesso richiedono le nostre modelle: vedere una modella con la alopecia, piuttosto che una macchia sul viso, l’acne o qualche chilo in più rispetto a quello che siamo abituati a vedere, è molto importante perché rappresenta la vita reale! 

– Le sue modelle oggi collaborano con importanti brand, hanno posato per riviste famose ed hanno sfilato anche alla Milano Fashion Week. Quando, agli esordi, ha presentato il suo progetto, è stata oggetto di critiche, di scetticismo oppure il mondo della moda ha accolto in modo positivo questa nuova prospettiva di bellezza?

Il progetto è stato accolto molto bene anche dalle case di moda ma, come dicevo, ha avuto un riscontro importante soprattutto nel campo delle case di produzione pubblicitaria e dei fotografi di moda: molti fotografi adorano le nostre muse e ci scrivono in tantissimi per le loro pose. Cosa dovrebbe rappresentare per lei la bellezza oggi? La bellezza oggi è l’unicità! È questa da valorizzare: originali e non omologabili, capaci di esprimere la propria unicità e personalità attraverso lo strumento del nostro corpo ma esprimendo come siamo dentro, questo è l’importante, questa è la bellezza! 

 

Dopo il periodo delle super top model iconiche, statuarie ma con carattere, come Naomi Campbell o Claudia Schiffer, parliamo degli anni ’90 dello scorso secolo, i brand nei decenni successivi, hanno scelto invece modelle impersonali per presentare i loro prodotti. Cambiamo prospettiva: quanto è importante secondo lei per un brand che la modella che lo rappresenta abbia invece una sua personalità caratterizzante e perché un brand dovrebbe essere rappresentato da una modella non convenzionale? 

Direi che riscoprire la realtà oggi è di fondamentale importanza sia per chi veicola il messaggio pubblicitario che per chi lo riceve. I brand oggi più che mai stanno percependo questa esigenza di rappresentare il proprio pubblico di riferimento per cui sono sempre più alla ricerca di volti nuovi e insoliti. Proponendo innovazione e diversità in questo senso, I’mperfetta Project sta trovando uno spazio importante. Per un brand farsi rappresentare da una modella riconoscibile significa semplicemente essere lui stesso più facilmente riconoscibile.

La vostra agenzia cura sia modelle donne che uomini: quali sono i requisiti da possedere per candidarsi per I’mperfetta Project? 

Il progetto iniziale aveva un taglio femminile ma ora dopo aver ricevuto tante richieste anche da parte di uomini ci siamo aperti anche a loro. Unico criterio è il talento: nessun limite estetico di taglia, di peso, di altezza, di origine quindi di colore della pelle, di lingua, di nulla. Essendo I’mperfetta Project una Talent Agency, dobbiamo naturalmente valutare una particolare predisposizione da parte del candidato alla moda, alla spettacolarizzazione, alla pubblicità, alla creazione di contenuti significativi per i brand. Dove c’è questo talento, automaticamente apriamo tutte le porte. Facciamo i Casting a “occhi chiusi” perché non ci interessa il corpo ma la personalità capace di lanciare un messaggio ed esprimerlo. Le candidature che non vengono scelte per la moda, non sono però “parcheggiate” in agenzia ma le coinvolgiamo comunque lasciando a queste persone uno spazio per raccontarsi. 

– Quando ci siamo sentite la prima volta, siamo state subito d’accordo che la perfezione del mondo sta nella sua imperfezione o meglio diversità perché proprio lì risiede l’unicità di una persona! Eppure si fa fatica ad accettare il “diverso”, il non conforme, chi è fuori dall’ordinario. Senza citare casi estremi, già solo essere troppo alti o troppo bassi è qualche cosa che la società percepisce come “strano” e che fa sentire in difficoltà. Qual è il messaggio che lei e la sua agenzia può dare a chi, ragazze e ragazzi, si sentono “diversi” in questa società dell’immagine?

Non sentirsi soli aiuta tantissimo a superare le difficoltà: sapere che c’è qualcuno con le stesse nostre problematiche, attraversa momenti difficili o non si sente accettato, aiuta a superare qualunque difficoltà. Un altro messaggio importante che voglio dare è che non è detto che il nostro corpo ci debba andare bene sempre, tutti i giorni: è normale avere dei momenti no! Svegliarsi la mattina
guardarsi allo specchio e non piacersi ci sta! Non è che mi devo piacere per forza, ci sta anche questo.
Proviamo quindi a piacerci non tutti i giorni e accettiamo anche le nostre debolezze, accettiamo che ci
siano delle cose che non ci piacciono del nostro corpo e va bene così! 

– Quali sono gli obiettivi e i programmi per il futuro di I’mperfetta Project?

Continueremo a lottare per un mondo più inclusivo, questo è uno dei nostri obiettivi principali mentre nel mondo della moda non ci accontenteremo se non quando avremo “normalizzato” la diversità: saremo veramente soddisfatte quando una modella “imperfetta” non farà più notizia. Tra i nostri programmi, un’anteprima: a ottobre 2023 uscirà un libro edito da Solferino per il Corriere della Sera dove racconterò non solo della nascita del progetto, ma anche le storie delle nostre muse e tanti retroscena.

Ringraziamo Carlotta Giancane per questa preziosa intervista e per i valori che promuovete con I’mperfetta Project, grazie! 

I lettori di Quia Magazine che volessero saperne di più possono visitare il sito ufficiale su imperfettaproject.com.

Come diceva il principe Miškin ne l’Idiota di Dostoevskij “La bellezza salverà il mondo” e noi siamo sicuri che sarà così!

a cura di Pamela Stracci

© Riproduzione riservata

Photo-video credits

I’mperfetta Project – Photographer & set Director: @tettoemanuele