L’origine dei videogiochi

L’origine dei videogiochi

C’è chi prospetta la nascita di un nuovo modello esistenziale “uomo-gioco”, chi critica aspramente i videogiochi come esperienze scatenanti disturbi comportamentali. Sta di fatto che rappresentano per molti un mezzo di intrattenimento senza pari. Scopriamo la loro origine.

I videogiochi sono, come succede per molte invenzioni, la conseguenza non prevista di progetti di tutt’altra natura. La loro origine, infatti, è da rintracciarsi in una serie di esperimenti di fisica avvenuti principalmente nelle università inglesi e americane degli anni ’60. I primi esempi non furono creati per scopi ludici ma come materiale di supporto al lavoro degli scienziati. È questo il caso del primo videogioco mai inventato, OXO, una trasposizione su schermo del gioco del Tris. Creato nel 1952 da A. S. Douglas, uno studente dell’Università di Cambridge, come esempio per la sua tesi di dottorato.
Nel 1958 il fisico Willy Higinbotham del Brookhaven National Laboratory, creò Tennis for Two, con lo scopo di spiegare le leggi oscillatorie. L’idea di creare un gioco gli fu ispirata dalla volontà di rendere le sue lezioni più stimolanti.
Il primo videogioco creato con scopi ludici è la SpaceWar! ideato nel 1961 da alcuni ricercatori del Massachusetts Institute of Technology. Il gioco, non essendo fornito di intelligenza, prevedeva la partecipazione di due giocatori, ognuno fornito di una navicella spaziale fornita di missili. L’astronave poteva muoversi in linea retta e circolare. Il round era vinto dal primo giocatore che riusciva a colpire l’astronave nemica.
È a partire dagli anni settanta che lo sviluppo dei videogiochi subisce una rapida accelerazione. Da ricordare è sicuramente il gioco Pong, un simulatore di ping pong con una grafica estremamente elementare, prodotto nel 1972 e commercializzato dalla Atari come arcade (destinato cioè alle sale giochi). La prima console ad uso domestico fu la Magnavox Odyssey progettata dall’ingegnere tedesco Raph Baer e messa in commercio tre mesi prima di Pong. La stessa Magnavox denunciò la Atari per violazione di brevetto, vincendo la causa.

Dagli anni ottanta in poi la storia è conosciuta. I videogiochi si legano sempre più alle console domestiche: La Nintendo, fondata in Giappone nel 1889 come azienda distributrice di carta da gioco, inizia la sua produzione di console a partire dal 1983, La Sony introduce la Playstation nel 1994, nel 1998 fa la sua comparsa la console SEGA, nel 2001 la Microsoft presenta l’XBOX.
Ad oggi, in Italia, i possessori di una console sono oltre 8 milioni, con un’età media dei giocatori di 28 anni. Tra giochi d’avventura, di ruolo, di simulazione, sportivi, strategici e d’azione non c’è che l’imbarazzo della scelta. La aziende sembrano oggi, tuttavia, più attente alle implicazione psicologiche e sociali dei videogiochi, che se prodotti con determinati criteri possono essere un valido strumento ludico e di sviluppo per i giocatori, così come aveva intuito l’inventore di Tennis for Two negli anni ’60, ossia il vecchio precetto latino del “ludendo docere”, insegnare divertendo.

Fabio Franzoni

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Spacewar running on PDP-1” by Joi is licensed under CC BY 2.0.

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