SPECIALE: La persecuzione delle streghe di Salem, una pagina buia della storia

SPECIALE: La persecuzione delle streghe di Salem, una pagina buia della storia

di Pamela Stracci

Nel corso della storia, il termine “strega” ha evocato immagini di donne crudeli e misteriose, dotate di poteri sovrannaturali e perseguitate per le loro pratiche occulte e peccaminose. 

Uno dei capitoli più famosi e oscuri in questo contesto è quello legato alla città di Salem. I Processi alle streghe di Salem portarono dal 1692 al 1693 alla morte di venti giovani innocenti lasciando un’impronta indelebile nella storia degli Stati Uniti d’America e nell’immaginario collettivo. Le giovani furono accusate di praticare la stregoneria e oltre loro altre 200 persone si trovarono diffamate in questi processi e arrestate.

Il contesto sociale e religioso

La città di Salem, o meglio Salem Town, situata nella provincia di Massachusetts Bay, godeva in quel periodo di un’importante ricchezza dovuta al controllo del territorio limitrofo e agli scambi commerciali. Salem Village era un piccolo insediamento sorto nel 1636 vicino alla città di Salem, i cui residenti erano divisi tra chi bramava l’autonomia della frazione e chi voleva conservare il legame con la città principale. Il villaggio era sotto la giurisdizione di culto della Salem Town che non consentì subito di avere un proprio luogo di riunione: gli abitanti erano costretti a recarsi in città per adempiere ai precetti domenicali. 

In tutto questo malessere va considerato che nel 1968 si era appena concluso un estenuante scontro armato tra i coloni inglesi e le tribù di nativi americani. Nonostante la vittoria dei primi, gli indiani compirono molte scorrerie nei villaggi anche negli anni successivi. 

Nel 1689 fu consentito al villaggio di avere una propria chiesa con un certo Parris come pastore. Parris si rivelò una scelta sbagliata perché alimentò le ostilità locali. Dopo una serie di sermoni tremendi gli abitanti si divisero tra sostenitori del Pastore e chi aveva una visione diversa, i suoi nemici, Santana, il male da estirpare.

I coloni americani di quel periodo poi già credevano alle streghe, sia per le influenze delle popolazioni locali sia perché la religione incoraggiava queste fobie che non avevano bisogno di altro che di una – presunta – manifestazione fisica per degenerare. Se qualche credente moriva inaspettatamente e senza una causa certa, per esempio, era facile imputare la dipartita all’opera del demonio o all’incantesimo di una strega.

 

Il processo a Mary Walcott (1692) in un'illustrazione del 1876

Le Origini dell’Isteria di Salem

È in questo clima così teso e incerto che nel 1692, nel villaggio puritano di Salem, scoppiò un’ondata di isteria che portò alla persecuzione e all’esecuzione di numerose persone accusate di essere streghe. L’isteria ebbe inizio quando alcune giovani ragazzine, tra cui Elizabeth Parris e Abigail Williams, figlia e nipote del pastore, cominciarono a manifestare comportamenti strani e convulsioni. Le due ragazzine, rispettivamente di 9 e 11 anni, iniziarono a isolarsi, a strisciare sui pavimenti, a contorcersi e a urlare. I medici non riuscirono a dare alcuna spiegazione a questi fenomeni e conclusero che si trattava di possessione diabolica. Poco dopo anche altre amiche delle due ragazzette iniziarono ad avere gli stessi comportamenti. Quando il pastore Samuel Parris chiese alle due giovani i nomi di chi gli avesse fatto l’incantesimo, queste chiamarono in causa di tre donne: Sarah Good, una senzatetto, Sarah Osborne, una ricca proprietaria terriera, e Tituba, la domestica dei Parris di origini caraibiche. Inizia così la frenetica caccia alle streghe del villaggio.

 

Il Processo, le prove spettrali e le condanne

Le autorità locali, guidate dal magistrato William Stoughton, avviarono una serie di processi durante i quali decine di persone furono accusate di stregoneria. Le accuse si basavano principalmente su testimonianze di presunti avvistamenti di spiriti e di pratiche magiche, spesso supportate da confidenze estorte sotto tortura. Anche le “prove spettrali” erano ammesse in tribunale perché sostenute dal teologo Cotton Mather e consistevano semplicemente nell’accettare la parola di un accusatore rispetto quella dell’imputato. Le condanne furono rapide e implacabili, e molte persone furono impiccate. Non solo “streghe” ma anche chi tentava di difendere le accusate subiva la stessa condanna. È il caso del marito di Martha Corey. Giles la difese dalle accuse e per questo venne schiacciato con dei pesi per estorcergli una confessione che non ci fu: morì tra atroci dolori.

Examination of a Witch (1853) di T. H. Matteson, ispirato ai processi di Salem

La Reazione della Comunità

L’isteria di Salem suscitò una reazione mista all’interno della comunità puritana. Sebbene molti credessero fermamente nell’esistenza delle streghe e appoggiassero le persecuzioni, altri iniziarono a dubitare delle accuse e delle pratiche giudiziarie. Tra i più vocali critici dell’intera vicenda ci fu proprio il ministro puritano Cotton Mather, che cercò di frenare la furia accusatoria e chiedere un processo più equo per gli imputati. Lo stesso scrisse una nota con cui chiedeva ai giudici di non dare alle “prove spettrali” più credito di quanto fosse ragionevole sulla base del Libro di Giovanni, I,4:1: gli spiriti dovevano essere messi alla prova per vedere se venivano da Dio o dal diavolo perché nel secondo caso potevano spingere gli accusatori a condannare innocenti cristiani.

Le accuse e le confessioni delle streghe

Quali erano le diffamazioni mosse a sostegno dell’accusa di stregoneria? Una donna fu condannata perché camminando per la strada polverosa del villaggio, non si era sporcata i vestiti. Martha Corey fu giustiziata per aver negato l’esistenza della stregoneria. Furono condannate persone di tutte le classi sociali e non solo donne ma anche uomini, magari perché avevano una forza giudicata innaturale, e perfino due cani!

Molte delle donne accusare confessarono di essere streghe per ottenere la clemenza secondo il versetto biblico di Giacomo 5:16: “Confessate i vostri falli gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri, affinché siate guariti”. Furono tentativi vani, poi ritrattati ma che portarono alla fine, alla condanna.

La Fine dell’Isteria e le Scuse Ufficiali

L’isteria delle streghe di Salem raggiunse il suo culmine nell’estate del 1692, ma in seguito iniziò a dissolversi gradualmente. Le autorità locali si resero conto dell’assurdità delle accuse e dell’ingiustizia delle condanne, e nel 1693 furono rilasciate molte persone imprigionate e i processi furono sospesi. Nel 1711, il governo della provincia di Massachusetts Bay emise una dichiarazione ufficiale di scuse per le ingiustizie commesse durante i processi delle streghe di Salem. I giudici che avevano preso parte alle condanne chiesero scusa pubblicamente alla comunità.

 

L’Eredità delle Streghe di Salem

L’episodio delle streghe di Salem rimane un potente simbolo della paranoia e dell’isteria collettiva. È stato oggetto di numerose opere letterarie, teatrali e cinematografiche che hanno cercato di dare una spiegazione a questo oscuro capitolo della storia americana. Le streghe di Salem continuano a suscitare interesse e fascino, e rappresentano un monito sulla pericolosità dell’ignoranza, della superstizione e della paura nell’instaurare un clima di accusa e persecuzione ma anche dell’importanza di difendere i diritti civili e garantire un processo giusto e equo per tutti, al fine di evitare che simili tragedie possano ripetersi.

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