Vittorio Sgarbi, il Sottosegretario ai Beni Cuturali indagato dalla Procura di Macerata: “Dovrei dimettermi per una cosa inventata? Ma no”.
di Pamela Stracci
Dopo la vicenda di ottobre scorso, anticipata da Il Fatto Quotidiano e poi confermata dall’Ansa che ha visto Vittorio Sgarbi indagato a Roma per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte per 715 mila euro oltre che per un possibile conflitto di interessi per 300mila euro di cachet ricevuti in 9 mesi per consulenze, presentazioni e mostre mentre svolgeva il suo ruolo pubblico, un’altra bufera ha investito il Sottosegretario ai Beni Culturali.
Il noto critico d’arte Vittorio Sgarbi è indagato in questi giorni dalla Procura di Macerata. L’indagine è sul riciclaggio di beni culturali relativamente al dipinto attribuito a Rutilio Manetti, uno dei maggiori esponenti del Seicento senese. L’opera è stata trafugata nel 2013 dal Castello di Buriasco per poi essere esposta a Lucca nel 2021. Sgarbi si è difeso chiarendo di non aver ricevuto alcun avviso di indagine e poi su La Stampa ha affermato che il quadro è di sua proprietà e che quello rubato a Buriasco “è una brutta copia”. La vicenda è emersa a seguito di un’inchiesta congiunta della trasmissione Rai, Report e Il Fatto Quotidiano.
La procura di Imperia invece lo sta indagando dallo scorso 2023 su un opera di Valentin De Boulogne (1591-1632), interprete del tenebrismo francese: il reato contestato a Sgarbi sarebbe di “esportazione illecita di opere d’arte”. Anche in questo caso secondo quanto riferisce il critico, l’opera di cui si contesta l’esportazione illegale, è una copia.
A un’intervista all’Aria che tira su La7, Sgarbi ha dichiarato che non si dimetterà mentre sui social risponde ironicamente “Vogliono farmi le scarpe? Eccole!” pubblicando una foto che lo ritrae scalzo con vicino un paio di mocassini.
Il Movimento 5 Stelle ha chiesto la revoca dell’incarico ma Sgarbi chiarisce: “Dovrei dimettermi per una cosa inventata? Ma no”.
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