SPECIALE: Benedetto XVI, la bellezza di Dio

SPECIALE: Benedetto XVI, la bellezza di Dio

Joseph Ratzinger, un uomo che ha segnato la storia dell’umanità e che ci ha lasciato un messaggio non di vana speranza ma di certezza: Dio è amore incondizionato e null’altro ci chiede.

Chi era Joseph Ratzinger?

Terzogenito di Joseph, un commissario di gendarmeria e di Maria, una cuoca, entrambi provenienti da modeste famiglie, Joseph Aloisius Ratzinger nasce nel 1927 in un piccolo comune dell’Alta Baviera tedesca, Marktl (in foto). Il padre, di “lucida fede”, era un “acerrimo nemico” del regime nazista, fermamente convinto che fosse in conflitto con la fede cristiana.

La vocazione giovanile e il servizio militare 

All’età di cinque anni, il piccolo Joseph rimane abbagliato dalla visione dell’arcivescovo di Monaco in visita al villaggio bavarese. Era la primavera del 1932 e quella immagine solenne del cardinale Michael Faulhaber segnò la sua vita quasi come in un destino predeterminato. Faulhaber fu difatti un forte oppositore del regime e un importante difensore delle comunità ebraiche bavaresi, “il capo spirituale della resistenza cattolica allo Stato nazionalsocialista” come definito nei rapporti segreti di Himmler. Ed è proprio durante il regime nazista che Ratzinger scopre la sua forte vocazione e fede in Cristo. Nel 1939, appena dodicenne, si iscrive al seminario minore di Traunstein, un paesino vicino la frontiera austriaca: qui riceve la sua formazione umana, culturale e cristiana. Rimane in seminario fino al 1942 e poi ritorna in famiglia perché il seminario era stato chiuso per uso militare con lo scoppio della seconda Guerra Mondiale. Nel 1941 Ratzinger viene iscritto contro la sua volontà, alla Gioventù Hitleriana, un’organizzazione cui erano obbligati ad appartenere tutti i ragazzi dai 14 ai 18 anni per essere preparati come buoni cittadini pronti per arruolarsi. All’età di sedici anni inizia, “a forza” il servizio militare ma riesce a non farsi mai inviare al fronte, anzi durante le ultime settimane di guerra riesce a disertare e ad evitare la fucilazione.

La vita è sacra

Nel 1941 quando Joseph aveva 14 anni, dei medici nazisti vennero a prendere il cugino di poco più grande, affetto dalla Sindrome di Down. Le disposizioni del Terzo Reich erano chiare: i figli handicappati non potevano rimanere a casa con i genitori ma dovevano essere sottoposti a terapie in
apposite strutture mediche! Nonostante le proteste dei genitori, i medici portarono via il giovane e nessuno lo vide più. Tempo dopo vennero a sapere che era morto, si suppone vittima del programma Aktion T4 per l’eutanasia involontaria dei portatori di handicap e delle malattie inguaribili, al tremendo motto di “vite indegne di essere vissute”. Questa esperienza turbò così profondamente il giovane Ratzinger che decise di stabilire uno dei “principi non negoziabili” della sua Chiesa: la “protezione della vita in tutte le sue fasi, dal primo momento del suo concepimento fino alla morte naturale”.

Gli studi teologici, il sacerdozio, gli incarichi 

Dal 1946 al 1951 studia filosofia e teologia laureandosi con una dissertazione sul tema “Popolo e Casa di Dio nella Dottrina della Chiesa di sant’Agostino”. Nel 1951 viene ordinato sacerdote. Inizia la sua lunga carriera di docenza come professore di dogmatica e teologia che lo portano ad una intensa attività scientifica con incarichi importanti come quello nella Commissione Teologica Internazionale, nel Concilio Vaticano II e nel Sinodo dei Vescovi del 1980. Nel 1977 è nominato Arcivescovo di Monaco e Frisinga, riceve poi l’ordinazione episcopale scegliendo come motto “Cooperatores Veritatis “,  Collaboratori della Verità. 

Il collaboratore di Giovanni Paolo II

Ratzinger fu un prezioso e instancabile collaboratore per 24 anni di Giovanni Paolo II, e lo accompagnerà fino alla fine della sua esistenza terrena. Era nella Via Crucis del 2005 celebrata al Colosseo, quella commovente visione di Giovanni Paolo II sofferente e stremato, aggrappato al crocifisso, che ascolta in rigoroso silenzio le parole della meditazione affidata a colui che sarebbe diventato, di lì a breve, suo successore sulla Cattedra di Pietro, Joseph Ratzinger. E sempre lui officerà i funerali di Karol Wojtyła l’8 aprile dello stesso anno. 

Habemus Papam! 

Nel pomeriggio del 19 aprile 2005, al secondo giorno del conclave, è fumata bianca! Ratzinger viene eletto papa della Chiesa cattolica, scegliendo il nome di Benedetto XVI. Un nome scelto per evocare l’importante figura di San Benedetto da Norcia che con il suo ordine benedettino ha diffuso il cristianesimo nell’Europa e per riallacciarsi al pontefice Benedetto XV, “che ha guidato la Chiesa in un periodo travagliato a causa del primo conflitto mondiale”

Lo stemma papale

Di rosso, cappato di oro, alla conchiglia dello stesso; la cappa destra, alla testa di moro al naturale, coronata e collarinata di rosso; la cappa sinistra, all’orso al naturale, lampassato e caricato di un fardello di rosso, cinghiato di nero.

Benedetto XVI decide di mantenere, per il suo stemma (in foto), i simboli che aveva usato quando era cardinale e poi arcivescovo, ovvero il moro, l’orso e la conchiglia. 
Nella parte centrale e principale dello scudo a calice, posta su uno sfondo rosso si trova una conchiglia d’oro dal triplice significato: è il simbolo dei pellegrini, è presente nello stemma del Monastero di Schotten in Baviera con il quale il papa si sentiva spiritualmente congiunto e, in particolare, è legato alla leggenda attribuita a Sant’Agostino. Sulla parte destra c’è un orso che trasporta un fardello, simbolo dell’arcidiocesi di Frisinga e della leggenda di Corbiniano. Nel cantone sinistro, troviamo la testa di un moro coronato, anch’esso simbolo dell’arcidiocesi di Frisinga.

La leggenda di Sant’Agostino e il bambino sulla spiaggia 

 

Un giorno Agostino, pensieroso, stava camminando sulla spiaggia meditando sulla Trinità. Vide allora un bambino che con una conchiglia versava l’acqua del mare in una buca. “Che fai?” disse il santo. “Voglio travasare il mare in questa buca” disse il ragazzetto. Agostino gli spiegò che non era possibile far ciò che tentava ma il giovane ribatté: “Anche a te è impossibile scandagliare con la piccolezza della tua mente l’immensità del Mistero trinitario”. Dopo di che, sparì! 

La leggenda di San Corbiniano, fondatore della diocesi di Frisinga


Un orso sbranò il cavallo del santo, che stava  recandosi a Roma. Corbiniano lo rimproverò aspramente e, come punizione, gli caricò sulle spalle il fardello portato dal cavallo per  trasportarlo fino a Roma. Giunto a destinazione il santo restituì la libertà all’orso. Spiega Ratzinger: “Ho portato il mio bagaglio a Roma e ormai da diversi anni cammino col mio carico per le strade della Città Eterna. Quando sarò lasciato libero, non lo so, ma so che anche per me vale: “Sono divenuto una bestia da soma, e proprio così io sono vicino a te”.

L’innovazione di Benedetto XVI: tornare alla tradizione!

Tra le innovazioni più evidenti, c’è indubbiamente l’uso della lingua latina durante le grandi celebrazioni per manifestare una universalità della Chiesa capace di essere letta senza errori in tutto il mondo. Anche l’uso di abiti pontifici da tempo in disuso come la mantellina o mozzetta, di velluto rosso o damascata bianca bordata di ermellino, i vari copricapo e le scarpe pontificie rosse, una necessità dettata dalla volontà di sottolineare la continuità tra la liturgia attuale e quella della Chiesa del passato.

Contro la pedofilia nel clero 

Benedetto XVI è stato il primo pontefice a condannare apertamente la pedofilia nel clero, ad allontanare in modo deciso e stringente dalla Chiesa i responsabili e a chiedere pubblicamente scusa alle vittime di abusi.

A favore delle donne

In una intervista, il papa dichiarò di essere a favore del cardinalato delle donne e che la prima doveva essere Madre Teresa, una posizione favorevole e a sostegno dell’importanza del ruolo della donna nella vita politica, civile e della Chiesa.

Rinuncia al ministero petrino

“Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino.”, era l’11 febbraio 2013 quando Benedetto XVI nella sua Declaratio rinuncia al ministero petrino e assume il titolo ufficiale di “Papa Emerito”, primo nella storia della Chiesa sebbene altri sette papi prima di lui scelsero di dimettersi. Suggestivo il volo in elicottero che lo porta dal Vaticano a Castel Gandolfo: il papa lascia il suo posto con un atto visibile a tutta Roma, a tutto il mondo adesso lui guarda dall’alto, distaccato eppure presente. Primo papa anche a non rimanere estraneo dalla vita della Chiesa dopo le dimissioni ma ad apparire in pubblico, a partecipare alle attività e a celebrare con il suo successore papa Francesco, in varie occasioni.

Le ultime parole e il testamento spirituale 

Signore ti amo”, queste le ultime parole del papa emerito, sentite da un infermiere, poco prima di spirare nella notte del 31 dicembre 2022, il riassunto di una vita passata nel dialogo con Dio. Dal 2006, Benedetto XVI si preparava a questo incontro, sottoscrivendo il suo testamento spirituale. Un testamento pieno di ringraziamenti ai genitori, agli amici e naturalmente a Dio ma dove chiede anche perdono: “A tutti quelli a cui abbia in qualche modo fatto torto”. Ed infine esorta “Rimanete saldi nella fede! Non lasciatevi confondere!”.

 

Curiosità

– Benedetto XVI è il 265° papa della Chiesa cattolica
– Con il suo account @Pontifex è stato il primo papa a inviare il primo tweet ufficiale della Chiesa Cattolica. Era il 2012 quando scrisse: “Cari amici, sono contento di stare in contatto con voi tramite Twitter. Grazie alla vostra generosa risposta. Vi benedico tutti con tutto il mio cuore”.
– Amava i gatti, che portava con sé anche durante i suoi viaggi apostolici. Tra i suoi gatti, Chico e Bella.
– Amante della musica, era un appassionato pianista. Il suo compositore preferito era Mozart.
– Nel 2009 pubblicò un album di musica sacra dal titolo Alma Mater, registrato nella Basilica di San Pietro, nel quale canta e recita, accompagnato dal Coro dell’Accademia Filarmonica di Roma. Il ricavato finanziò l’educazione musicale per i bambini svantaggiati nel mondo.
– Amava lo strudel di mele e la birra bionda tedesca. Un birrificio tedesco, ha creato la Pabst-bier, la Birra del papa, con scritto in etichetta “Dedicato al Grande Figlio della nostra Patria, Papa Benedetto XVI”.
– Il giorno più importante della sua vita? Il 29 giugno 1951 quando venne ordinato sacerdote insieme al fratello.

Pamela Stracci

© Riproduzione riservata

Photo credits

“File:MarktlamInn.jpg” by Alexander Z. 

“Benedetto XVI” by zak 

“Papa Benedetto XVI trono” by Peter Nguyen 

“Benedetto XVI al Parco Nord” by Comune di Sesto San Giovanni

 

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