Insetti: un cibo possibile?

Insetti: un cibo possibile?

Secondo la FAO, già oltre 2 miliardi di persone sul pianeta fanno uso regolare di insetti nella propria dieta. Rappresentano realmente una strada percorribile nella nutrizione umana?

Se ragioniamo in termini di biomassa, ci sono più artropodi che uomini sulla terra che, evidentemente, più che il nostro, è il pianeta degli insetti. Con una risorsa così abbondante in termini di cibo disponibile, secondo uno studio della FAO, già dal 2013 almeno 2 miliari di persone utilizzano abitualmente nella loro dieta gli insetti. Sebbene si possa pensare ad un uso di questo cibo prevalentemente nelle popolazioni più povere del pianeta o comunque nell’area africana e asiatica, si stima che una persona occidentale possa consumare senza saperlo fino a 500 gr. di insetti in un anno, questo perché sono presenti in molti prodotti confezionati: basti pensare alla famosa cocciniglia utilizzata nella colorazione di un bel rosso vivo (E120), di aperitivi, liquori e gelati ma anche cosmetici.
Nel 2021 la Commissione Europea ha dato il via libera per il primo Novel Food, i nuovi alimenti a base di insetti edibili, autorizzando la commercializzazione e l’uso alimentare della tarma della farina, per prima, e anche della locusta migratoria. Dal 2022 l’U.E. ha aggiunto al “menù” anche altri insetti come il grillo domestico, congelato, essiccato, in polvere e oggi anche come farina parzialmente sgrassata da utilizzare come ingrediente nei cibi preparati.

Pro e contro
L’aumento di popolazione prevista nei prossimi decenni (attualmente siamo oltre 8 miliardi di persone), porterà a una maggiore richiesta di cibi proteici e quindi a un aumento delle produzioni agricole, con le conseguenze che ben conosciamo in termini di impatto ambientale, sfruttamento del suolo, emissioni di CO2, utilizzo di acqua, allevamenti intensivi e aumento della fame nel mondo.
Da un lato, l’inserimento degli insetti nell’alimentazione umana permette di raggiungere maggiori standard in termini di ecosostenibilità e opportunità produttiva anche in quei paesi meno sviluppati e con risorse di difficile reperibilità, dall’altro, pesa la mancanza di dati connessi a eventuali rischi di conservazione e consumo prolungato di insetti come hanno evidenziato alcuni esperti di alimentazione dell’Università spagnola di Leòn.
Se è vero che l’80% delle specie animali terrestri cammina su sei zampe, non è vero che tutti gli insetti sono commestibili. Sebbene ricchi di proteine, gli insetti edibili potrebbero contenere degli antinutrienti che rendono più difficile l’assorbimento delle sostanze nutritive. Ne è un esempio la chitina, che compone l’esoscheletro degli artropodi ed è difficilmente digeribile per gli uomini oppure gli ossalati che riducono sensibilmente l’assorbimento di calcio, zinco, ferro e magnesio. Gli insetti possono inoltre essere contaminati da patogeni come la salmonella, ospitare parassiti, contenere sostanze tossiche e allergeni. Se qualche fan dello Sci-fi Spilberghiano grida già contro la Byosin, la società che nel film Jurassic World: Dominio (2022), ha modificato geneticamente le cavallette per avere il controllo globale delle produzioni alimentari del mondo, anche in Italia aprono i battenti i primi ristoranti dove mangiare insetti. Non ci resta che aspettare.

Chiara Morelli

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